La guida di IFlat, Trevi

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La guida di IFlat, Trevi

Le Guide ai Quartieri

Nato nel 1743, il suo nome deriva da trivium, dato che nel Medioevo era lo sbocco di 3 vie. In seguito divenne feudo della famiglia Colonna e terra di giardini rigogliosi con gli splendidi palazzi Barberini e Quirinale. Nella seconda metà dell'Ottocento subì sventramenti per la costruzione di via del Tritone e via Nazionale. Ma il rione è famoso soprattutto per la celeberrima Fontana di Trevi.
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Rione II Trevi
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Nato nel 1743, il suo nome deriva da trivium, dato che nel Medioevo era lo sbocco di 3 vie. In seguito divenne feudo della famiglia Colonna e terra di giardini rigogliosi con gli splendidi palazzi Barberini e Quirinale. Nella seconda metà dell'Ottocento subì sventramenti per la costruzione di via del Tritone e via Nazionale. Ma il rione è famoso soprattutto per la celeberrima Fontana di Trevi.

Visite turistiche

Un gioiello di acqua e di pietra Mostra terminale dell’acquedotto Vergine, unico degli acquedotti antichi ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni, è la più nota delle fontane romane. Il suo nome deriva da un toponimo in uso nella zona già dalla metà del XII secolo (regio Trivii), riferito alla confluenza di tre vie nella piazza, oppure dal triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana. La realizzazione dell’attuale fontana di Trevi si deve a papa Clemente XII che, nel 1732, indisce un concorso al quale partecipano i maggiori artisti dell’epoca. Tra i vari progetti sceglie quello dell’architetto Nicola Salvi. La fontana, addossata a Palazzo Poli, si articola nell’ampio bacino con una larga scogliera vivificata dalla rappresentazione scultorea di numerose piante e dallo scorrere spettacolare dell’acqua. Al centro domina la statua di Oceano alla guida del cocchio a forma di conchiglia, trainato dal cavallo iroso e dal cavallo placido, frenati da due tritoni. Nel prospetto, articolato come un arco di trionfo, si trovano due rilievi che alludono alla leggenda della sorgente e alla storia dell’acquedotto: a destra, la vergine che indica la sorgente ai soldati romani e, a sinistra, Agrippa che ordina l’avvio dei lavori di costruzione dell’acquedotto. Completano l’apparato decorativo due figure allegoriche che esaltano gli effetti benefici dell’acqua, la Salubrità e l’Abbondanza, poste nelle nicchie laterali, . La costruzione viene conclusa da Giuseppe Pannini che modifica parzialmente la scogliera regolarizzando i bacini centrali. Dopo un intervento di restauro negli anni 1989-1991, l'ultimo importante restauro è avvenuto nel 2014 grazie al contributo economico del marchio Fendi. Secondo la tradizione, il turista che getta una monetina nella fontana, farà sicuramente ritorno a Roma.
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Fshati Trevi
Piazza di Trevi
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Un gioiello di acqua e di pietra Mostra terminale dell’acquedotto Vergine, unico degli acquedotti antichi ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni, è la più nota delle fontane romane. Il suo nome deriva da un toponimo in uso nella zona già dalla metà del XII secolo (regio Trivii), riferito alla confluenza di tre vie nella piazza, oppure dal triplice sbocco dell’acqua dell’originaria fontana. La realizzazione dell’attuale fontana di Trevi si deve a papa Clemente XII che, nel 1732, indisce un concorso al quale partecipano i maggiori artisti dell’epoca. Tra i vari progetti sceglie quello dell’architetto Nicola Salvi. La fontana, addossata a Palazzo Poli, si articola nell’ampio bacino con una larga scogliera vivificata dalla rappresentazione scultorea di numerose piante e dallo scorrere spettacolare dell’acqua. Al centro domina la statua di Oceano alla guida del cocchio a forma di conchiglia, trainato dal cavallo iroso e dal cavallo placido, frenati da due tritoni. Nel prospetto, articolato come un arco di trionfo, si trovano due rilievi che alludono alla leggenda della sorgente e alla storia dell’acquedotto: a destra, la vergine che indica la sorgente ai soldati romani e, a sinistra, Agrippa che ordina l’avvio dei lavori di costruzione dell’acquedotto. Completano l’apparato decorativo due figure allegoriche che esaltano gli effetti benefici dell’acqua, la Salubrità e l’Abbondanza, poste nelle nicchie laterali, . La costruzione viene conclusa da Giuseppe Pannini che modifica parzialmente la scogliera regolarizzando i bacini centrali. Dopo un intervento di restauro negli anni 1989-1991, l'ultimo importante restauro è avvenuto nel 2014 grazie al contributo economico del marchio Fendi. Secondo la tradizione, il turista che getta una monetina nella fontana, farà sicuramente ritorno a Roma.
Il Palazzo del Quirinale è un palazzo storico di Roma, posto sull'omonimo colle e affacciato sull'omonima piazza; essendo dal 1870 la residenza ufficiale del Re d'Italia e dal 1946 del Presidente della Repubblica Italiana, è uno dei simboli dello Stato italiano. Costruito a partire dal 1573, è uno dei più importanti palazzi della capitale, sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista politico[1]: alla sua costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell'arte italiana come Pietro da Cortona, Domenico Fontana, Alessandro Specchi, Ferdinando Fuga, Carlo Maderno, Giovanni Paolo Pannini e Guido Reni. Attualmente, ospita anche un ampio frammento d'affresco di Melozzo da Forlì. Il Palazzo si impose, soprattutto a partire dal pontificato di Paolo V Borghese, come residenza stabile dei papi (il Quirinale ha ospitato 30 papi, da papa Gregorio XIII a papa Pio IX), eretto infatti inizialmente come residenza estiva del romano pontefice[2], divenne sede pressoché alternativa ai palazzi vaticani. Con il colle del Quirinale i papi erano in più agevole contatto con le sedi delle congregazioni pontificie (ovvero la residenza dei loro prefetti o decani) in cui la Curia si era riarticolata negli ultimi decenni del Cinquecento. Il Quirinale divenne così di fatto la residenza del pontefice nella sua qualità di sovrano, complementare a quella del Vaticano, che costituiva la sede del papa vescovo. Residenza complementare e non alternativa: è per questo che il complesso vaticano si sviluppò nel corso del '600 (fine dei lavori della basilica, costruzione della facciata, ultimazione del Palazzo Apostolico, erezione del colonnato), anche se i pontefici vi risiedettero, come mostrano le fonti, saltuariamente. Per contro, il Quirinale si sviluppò quale palazzo secolare, quasi senza simboli religiosi visibili e soprattutto (unico tra i palazzi apostolici con questa particolarità)[3] privo di una chiesa aperta al pubblico. Interessato da un progetto che lo voleva residenza napoleonica[4] nel tempo dell'occupazione francese di Roma (ma Napoleone Bonaparte non vi fece mai ingresso) dopo il 1870 divenne palazzo reale dei re d'Italia. Con la proclamazione della Repubblica Italiana, avvenuta a seguito del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, l'edificio divenne la sede del Presidente della Repubblica.
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Palati Quirinal
Piazza del Quirinale
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Il Palazzo del Quirinale è un palazzo storico di Roma, posto sull'omonimo colle e affacciato sull'omonima piazza; essendo dal 1870 la residenza ufficiale del Re d'Italia e dal 1946 del Presidente della Repubblica Italiana, è uno dei simboli dello Stato italiano. Costruito a partire dal 1573, è uno dei più importanti palazzi della capitale, sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista politico[1]: alla sua costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell'arte italiana come Pietro da Cortona, Domenico Fontana, Alessandro Specchi, Ferdinando Fuga, Carlo Maderno, Giovanni Paolo Pannini e Guido Reni. Attualmente, ospita anche un ampio frammento d'affresco di Melozzo da Forlì. Il Palazzo si impose, soprattutto a partire dal pontificato di Paolo V Borghese, come residenza stabile dei papi (il Quirinale ha ospitato 30 papi, da papa Gregorio XIII a papa Pio IX), eretto infatti inizialmente come residenza estiva del romano pontefice[2], divenne sede pressoché alternativa ai palazzi vaticani. Con il colle del Quirinale i papi erano in più agevole contatto con le sedi delle congregazioni pontificie (ovvero la residenza dei loro prefetti o decani) in cui la Curia si era riarticolata negli ultimi decenni del Cinquecento. Il Quirinale divenne così di fatto la residenza del pontefice nella sua qualità di sovrano, complementare a quella del Vaticano, che costituiva la sede del papa vescovo. Residenza complementare e non alternativa: è per questo che il complesso vaticano si sviluppò nel corso del '600 (fine dei lavori della basilica, costruzione della facciata, ultimazione del Palazzo Apostolico, erezione del colonnato), anche se i pontefici vi risiedettero, come mostrano le fonti, saltuariamente. Per contro, il Quirinale si sviluppò quale palazzo secolare, quasi senza simboli religiosi visibili e soprattutto (unico tra i palazzi apostolici con questa particolarità)[3] privo di una chiesa aperta al pubblico. Interessato da un progetto che lo voleva residenza napoleonica[4] nel tempo dell'occupazione francese di Roma (ma Napoleone Bonaparte non vi fece mai ingresso) dopo il 1870 divenne palazzo reale dei re d'Italia. Con la proclamazione della Repubblica Italiana, avvenuta a seguito del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, l'edificio divenne la sede del Presidente della Repubblica.